IL
COMUNE DI RETORBIDO
Situato
nel versante occidentale dell'Oltrepò Pavese, a 37 km da Pavia, Retorbido
accoglie i visitatori con il suo suggestivo paesaggio, un movimentato ed elegante
spiegarsi di valli e colline disseminate di vigneti dove l'aria sa di uva e
mosto. Ci troviamo nell'Oltrepò, terra di vini per antonomasia, dove
il sodalizio tra uomo e vigna ha antiche origini:rilevamenti compiuti confermano
infatti che la vinificazione era praticata prima dell'epoca romana. Un'importante
realtà, economica e culturale, nella quale Retorbido, con le sue aziende
vinicole, riveste un ruolo di primo piano grazie a un territorio decisamente
vocato alla viticoltura per via del clima asciutto e dei terreni argillo-limosi,
perfetti ad accentuare finezza e profumazione dei vini. Retorbido è anche
un luogo denso di storia che ha visto le sue vie, i suoi sentieri, attraversati
da popolazioni di diversa origine e cultura. I primi abitanti della zona furono
di stirpe ligure, ai quali si aggiunsero poi i Galli, celti originari dell'area
danubiana, la cui fusione andò a formare un unico ceppo denominato, appunto,
gallo-ligure che si oppose strenuamente alla dominazione romana. Infatti, la
prima attestazione in cui appare Retorbido è dello storico romano Tito
Livio, che, col nome di Litubium, la identifica come la località dove
le legioni del console Quinto Minucio, nel 129 a.C, sconfissero e posero sotto
il giogo di Roma le locali tribù gallo-liguri. Nei primi secoli dell'Alto
Medioevo, non si ha alcuna traccia di documenti, probabilmente perduti, riguardanti
Litubium. Solo nel 972, con la denominazione di Riturbio, comparve nell'elenco
delle donazioni elargite dall'imperatore germanico Ottone al monastero pavese
di San Pietro in Ciel d'Oro. Da quel momento il borgo, diverrà feudo
nel XII secolo,diviene il centro di una disputa tra Pavia e la diocesi di Tortona
che se ne contesero a lungo la giurisdizione. Nei secoli successivi un susseguirsi
di guerre e dominazioni, prima spagnola poi austriaca e dal 1753 piemontese
sotto i Savoia, ha caratterizzato la storia di Retorbido al cui soglio feudale
si sono succedute nobili casate quali i Sanazzaro, i Dal Verme, i Riario, i
Beccaria, i Corti di San Michele e infine i Durazzo Pallavicini, il cui ultimo
erede, il marchese Marcello, appartiene alla discendenza dei Cattaneo Adorno.
Per quanto riguarda i monumenti presenti sul territorio è doveroso partire
dalla chiesa di San Andrea che, fino alla metà del XVI secolo, svolse
le funzioni di sede parrocchiale e dalle origini, per quanto non identificabili
con precisione, sicuramente antiche. La chiesa è inoltre sede della
confraternita di San Andrea del Gonfalone, tuttora attiva, la cui esistenza
è accertata per la prima volta in un documento dei Sinodi diocesiani
del 1598. Suggestiva è anche la storia della chiesa-oratorio, recentemente
restaurata, di San Rocco, edificata nel 1630, l'anno in cui anche Retorbido
venne travolto dalla piaga della peste, resa tristemente famosa dal talento
letterario del Manzoni. Oltre duecento persone, su una popolazione totale di
circa seicento, persero la vita e gli abitanti in questa situazione drammatica,in
paese non vi erano medici e non esisteva un Lazzaretto, decisero di edificare
una chiesa oratorio dedicandola ai santi Rocco e Sebastiano, invocati dalla
tradizione come protettori delle pestilenze. Il potere temporale si svolgeva
nel palazzo Durazzo Pallavicini che, con la sua mole a monoblocco e torri angolari,
occupa la parte anteriore del colle che ospita la chiesa parrocchiale, quest'ultima
dedicata alla Vergine e dalla facciata neoclassica. Sorto verso la fine del
XIX secolo, in stile neoclassico, con prospettiva a due piani, il palazzo è
abbellito da un timpano soprastante, mentre la parte retrostante, rialzata rispetto
alla strada che la costeggia, presenta una bella scalinata che accede al parco.
Parlando di Retorbido non si può non ricordare le sue fonti di acque
termali, conosciute fin dall'epoca romana. Molti medici, in periodi diversi,
scrissero su queste acque elogiandone le virtù terapeutiche e tra questi
pure l'illustre medico milanese Fazio Cardano. Il comune e la sua biblioteca
durante l'anno organizzano diversi appuntamenti ricreativi e culturali quali
concerti, mostre e spettacoli teatrali (12 maggio 2007 ore 21.00 concerto lirico
presso il Teatro Comunale; 7 luglio 2007 ore 21.00 spettacolo di burattini presso
parco delle Scuole Elementari). Ma l'evento più atteso è quello
della seconda domenica di marzo quando nel paese si svolge il
tradizionale polentone. Protagonista della giornata è il leggendario
Bertoldo, personaggio al cui mito la comunità retorbidese è da
sempre legata, che, accompagnato da un variopinto corteo di maschere e carri,
ripropone per le vie del paese la sua dissacrante e irresistibile pantomima.
Nel mese di settembre 2007, in occasione della festa patronale, verrà
posizionata nella piazza Risorgimento, la statua in bronzo di Bertoldo sull'asino,
dono di un cittadino di Retorbido, Avv. Agostino Guardamagna. Una realtà
quella di Retorbido in grado, dunque, di offrire un ottimo connubio tra attrattive
ambientali, interessi storico culturali e tradizione.